venerdì 30 gennaio 2015

Immagini inedite di Massimo Troisi e Pino Daniele in "Unici", il 3 febbraio su Raidue

Nel promo della trasmissione si parla di "inediti" e compare anche Massimo. Un motivo in più per seguire questa trasmssione dal titolo così adatto a questi due ragazzotti napoletani... "Unici", stesso format dedicato a Massimo per il ventennale, sempre curato da Giorgio Verdelli. Appuntamento su Raidue martedì 3 febbraio alle ore 21:10.

A un mese di distanza dalla sofferta e sentita scomparsa di Pino Daniele, andrà in onda su RaiDue uno speciale della serie “Unici” per ricordare il cantautore partenopeo morto nella notte tra il 3 e il 4 gennaio scorso. L’appuntamento, dal titolo “Tu dimmi quando – Pino Daniele”, in programma martedì 3 febbraio, alle ore 21.10, raccontato dall’autore Giorgio Verdelli, che ha conosciuto bene l’artista, “vuole – spiega una nota della Rai – essere il ritratto del musicista, della città e dell’esplosione di creatività che negli anni Ottanta ha reso Napoli protagonista di un grande rinnovamento”.

Parteciperanno, tra gli altri, Toni e Peppe Servillo, Tullio De Piscopo, Tony Esposito, James Senese, Clementino, Rocco Hunt, Gianni Minà e Renzo Arbore.

Ognuno di questi artisti si recherà in un luogo che ha ricoperto un ruolo rappresentativo nella vita del cantautore partenopeo o condividerà un personale ed intimo ricordo: Gragnaniello andrà nella scuola elementare che frequentò insieme a Pino Daniele, mentre Edoardo Bennato ripercorrerà gli inizi della carriera e il suo rapporto con il cantante.

Nel corso del programma andranno in onda anche filmati inediti di esibizioni di Pino Daniele poco conosciute e aneddoti speciali che saranno sicuramente apprezzati da tutti coloro che hanno amato la sua musica, la sua storia.

 
(Napolitan.it)
 

giovedì 29 gennaio 2015

"Non ci resta che piangere" torna al cinema in versione restaurata

(ANSA) - ROMA, 29 GEN - Per tre giorni solamente, dal 2 al 4 marzo, "Non ci resta che piangere", a trent'anni dalla prima uscita, torna in sala in una versione restaurata e rimasterizzata, grazie a Mediaset, Roberto Benigni, Film&Video e Lucky Red, che distribuirà il film nelle sale cinematografiche. Era il 21 dicembre 1984 quando il film scritto, diretto e interpretato in coppia da Roberto Benigni e Massimo Troisi, entrambi poco più che trentenni, uscì nelle sale italiane.

   
"Non ci resta che piangere" torna al cinema dal 2 al 4 marzo 2015
(Napoli Today) - Ricordati che devi morire! Sì, mo’ me lo segno"… e "Quanti siete? Un fiorino!" … Queste e altre battute di Non ci resta che piangere sono entrate immediatamente nella quotidianità, tutt’ora capaci di strappare un sorriso e di evocare scene e immagini che hanno lasciato il segno nel cinema italiano.
Dal 2 al 4 marzo, il film torna nei cinema in una versione restaurata e rimasterizzata grazie all’apporto di Mediaset, Roberto Benigni, Film&Video e Lucky Red, che distribuirà il film nelle sale cinematografiche.

Era il 21 dicembre 1984 quando il film scritto, diretto e interpretato in coppia da Roberto Benigni e Massimo Troisi uscì nelle sale italiane. L’irresistibile viaggio nel passato di Saverio e Mario, alle prese con Savonarola e con Leonardo, piacque così tanto al pubblico da diventare il campione di incassi nella stagione. Da ricordare le partecipazioni di Paolo Bonacelli, Carlo Monni, Elisabetta Pozzi e Amanda Sandrelli, tra gli interpreti, insieme alla fotografia di Giuseppe Rotunno e alle scene di Francesco Frigeri.


Potrebbe interessarti: http://www.napolitoday.it/eventi/non-ci-resta-che-piangere-2-4-marzo-2015.html
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lunedì 26 gennaio 2015

Carlo Verdone racconta Massimo Troisi e i "nuovi comici", tra femminismo e crisi del cinema

Con l'inizio di "Un sacco bello" e "Bianco, Rosso e Verdone", con l'inizio di Troisi, se vogliamo anche in maniera molto diversa con Benigni, e molto molto diversa con Nuti - perché Nuti soprattutto faceva altre cose - inizia un periodo di commedia fatta dai cosiddetti "nuovi comici", dove i personaggi principali non erano più quelli della commedia matrice anni '60, post boom economico, che rimorchiano, mettono le corna, "Il sorpasso", le cose, i signori... no, non è più così: sono dei perdenti. Quindi tutti i miei personaggi di "Un sacco bello" e di "Bianco, Rosso e Verdone" sono dei personaggi imbranati verso la vita e verso soprattutto la figura femminile. Questo discorso poi andrà avanti con "Borotalco", con "Acqua e sapone", che è una favola carina, con "Io e mia sorella", dove praticamente la figura dell'uomo italiano cambia radicalmente. Non è più  quella di colui che ha lo scettro in mano e che si circonda di un mare di donne piacenti, lolite, fatali, penso a Catherine Spaak, penso a Stefania Sandrelli, penso a Claudia Cardinale in certi film... no, siamo noi di fronte ad una donna che, grazie all'esperienza del femminismo, aveva cambiato le regole del gioco e noi avevamo di fronte a noi come una specie di personaggio emblematico, di fronte al quale c'era soggezione. Quindi questo abbiamo raccontato, secondo me, soprattutto nei primi anni degli anni '80 e soprattutto abbiamo fatto una grande opera, secondo me: abbiamo salvato il cinema dalla chiusura definitiva; perché negli anni '80, nessuno se lo ricorda, erano solo sale a luci rosse, c'era una crisi economica spaventosa; e - modestamente - il mio lavoro, quello di Massimo, quello di Nuti, quello di Benigni, quello di Nichetti all'inizio, e di altri, tenne in piedi in qualche maniera la situazione che per fortuna poi cambiò in meglio. 

Carlo Verdone
al Con-Vivere Carrara Festival 2011
   

venerdì 23 gennaio 2015

Scusate il ritardo: finalmente a San Giorgio a Cremano uno spazio dedicato a Massimo Troisi

Meglio tardi che mai, ma chissà perché ci è voluto tanto tempo. La giunta comunale di San Giorgio a Cremano ha approvato la concessione di uno spazio in Villa Bruno denominato "Casa Massimo Troisi". La struttura ospiterà una associazione culturale guidata da Luigi, fratello di Massimo, che si occuperà di tenere viva e alta la memoria del regista ed attore sangiorgese e di formare nuovi talenti nel campo dello spettacolo. 
"Massimo Troisi è un patrimonio per la nostra città", spiega il sindaco Giorgiano, "e per questo motivo abbiamo voluto mettere in campo una nuova azione per ricordarlo nel migliore dei modi. Abbiamo deciso di sostenere il progetto del fratello di Massimo, che siamo certi saprà trasmettere al meglio i valori di cui il nostro amato artista si faceva portatore".
La contentezza scaturita dalla notizia è così doppia, visto che questa iniziativa è stata posta davvero in buone mani. Possiamo quindi ora finalmente auspicare una modalità corretta e disinteressata di tramandare concretamente il genio e la poesia di Massimo, esigenza sempre più impellente col passare degli anni e delle generazioni.

«Il compleanno di Massimo, quest’anno, lo festeggeremo a “Casa Massimo Troisi”, sarà una casa “umile, ma onesta”!». Luigi Troisi, commenta a sangiorgioepress.it con queste parole l’annuncio , arrivato ieri pomeriggio, della concessione di uno spazio, all’interno di villa Bruno, per ricordare attraverso una “memoria viva” il proprio compianto fratello. «Un fratello che, in questi venti anni dalla scomparsa, mi è stato dimostrato non essere solo mio, ma di tutti quelli che lo hanno amato e persino di tanti giovani che, anagraficamente, non hanno potuto conoscerlo di persona, ma hanno imparato a memoria le sue battute e visto centinaia di volte i suoi film. Vorrei che “Casa Massimo” diventasse un luogo dove sfogliare l’album dei ricordi comuni come si fa quando ci si ritrova in famiglia, ma anche il luogo dove tanti giovani e meno giovani possano trovare un “padrino” sempre vivo che li stimoli e li aiuti nei loro esordi». 

Cristiano

P.s. Di certo un sorriso solcherà adesso il viso di Daniela V., che proprio un mesetto fa al telefono mi spiegava una sua idea per un'iniziativa denominata proprio "Casa Massimo". Forse nulla succede per caso... Magari cambieremo nome, ma può essere che un giorno realizzeremo anche la bella idea di Daniela.
 

mercoledì 21 gennaio 2015

Il postino Massimo Troisi, la metafora dell'universo e l'incontro con Antonio Skármeta

Postino: "Cioè voi che volete dire allora, che il mondo intero no? il mondo intero proprio...dico col mare, col cielo, con la pioggia, le nuvole..."
Neruda: "Ora tu puoi già dire eccetera eccetera..." 
Postino: "Eh, eccetera eccetera...cioè il mondo intero allora è la metafora di qualcosa?"
Postino: "Ho detto una stronzata..."
Neruda: "No, per niente..."

Talvolta la poesia si nasconde dove meno uno si aspetta.

Con la sua domanda ingenua Massimo Troisi/Mario Ruoppolo, nel film "Il postino", si pone uno dei quesiti più antichi dell'umanità.
Tutto ciò che ci circonda è realtà o è solo una rappresentazione metaforica di quella che è la vera esistenza che per il momento non appare ai nostri occhi se non attraverso icone (segni che assomigliano a ciò che vogliono rappresentare) e quindi metafore?

O magari, come dicevano alcuni grandi filosofi medievali, il mondo e tutto ciò che ci appare non è altro che un indice che esiste Qualcuno, Qualcosa, Entità metafisica o divinità che sia, che con le montagne, il mare, gli arcobaleni e le aurore ci svela la sua esistenza?

Pablo Neruda, nel film, a questa domanda del suo amico postino non è in grado di dare una risposta, ma il commento è comunque illuminante, quando Troisi/Ruoppolo si scusa per aver detto una sciocchezza: il poeta lo guarda ed esclama "No, per niente".



Magari, oltre che delle sue passioni, Massimo ha parlato anche di questo nell'incontro con lo scrittore de "Il postino di Neruda",  Antonio Skármeta. Che ho incontrato con ottime impressioni anche io (Clicca qui per il suo videomessaggio per "Amici di Massimo Troisi").

Intervistatore: Nel suo unico incontro con Massimo Troisi parlaste per ore di calcio e di donne?
Antonio Skármeta: No, non fu questo l'ordine esatto. Quello corretto è questo: 1) di donne, 2) di Neruda e di come interpretare il ruolo del Postino, 3) di auto, 4) di calcio. Il terzo tema fu l'unico a non interessarmi.

Intervista tratta da "Il napolista"
  

lunedì 19 gennaio 2015

Massimo Troisi e Pino Daniele disegnati su una storica pizzeria napoletana

La storica pizzeria "Dal presidente" in Via dei Tribunali a Napoli ha scelto di far raffigurare Massimo Troisi e Pino Daniele sui suoi cancelli esterni attraverso le bombolette spray di Raffo Art. Ecco il notevole risultato.


 

domenica 18 gennaio 2015

Lello Arena e Giuliana De Sio, protagonisti di "Scusate il ritardo", ricordano Massimo Troisi

"Vado in sale e attraverso piazze che hanno il nome di Massimo, ho vinto un premio che porta il suo nome... Questo ha un suo piacere, ma sono cose di cui avrei volentieri fatto a meno... Quando Massimo è mancato pensavo di dover avere la funzione di alimentare il suo ricordo, ma lui è sempre stato il più bravo. Certo, mi sono dato da fare perché il nostro materiale fosse a disposizione di chiunque. Ma Massimo manca, è una mancanza lancinante, anche se la sua presenza in chi lo ama è fonte di ispirazione ancora presente" confida Lello Arena che, a proposito dell'esperienza di comicità avuta insieme, ammette: «E' stata messa un'asticella in un punto molto alto, spesso difficile da saltare anche per noi protagonisti di quel progetto. Quell'asticella sta lì anche per me: a volte riesco a saltarla, a volte mi faccio male, ma sono felice che sia stata messa anche da me. C'era quella poesia, nella comicità, che la rendeva insuperabile. Una buona pietra di paragone: e sono contento di aver partecipato a quel progetto. Poi, la Smorfia era un progetto archiviato già quando Massimo era vivo e forse ha avuto vita breve perché ha detto quello che doveva dire. Un rammarico dato dalla mancanza di Massimo è il cercare di capire quali altre frontiere ci fossero ancora da esplorare. Da soli è più complicato. E meno divertente.

Lello Arena


 
Il segreto della riuscita di un prodotto, sia per il piccolo che il grande schermo, risiede proprio nella dinamica delle relazioni che, grazie al regista, si instaurano tra gli interpreti. Non basta il talento di un singolo. Il film è un gioco di squadra e gli attori lo sanno. Tutto ciò l'ho imparato dai grandi attori come Vittorio Gassman e Massimo Troisi con i quali ho lavorato. Loro si sono sempre posti verso gli altri colleghi con grande umiltà e senza protagonismi pericolosi. È questo il modo di pensare di tutti gli artisti internazionali, purtroppo non sempre messo in pratica da quelli italiani.
 
Giuliana De Sio
Tratto da Il tempo
   

mercoledì 14 gennaio 2015

Monticelli (Ascoli), ciclo di film di Massimo Troisi al cinecircolo "Don Mauro"

Le proiezioni avranno inizio giovedì 15 gennaio presso il Cinecircolo 'Don Mauro-Nel corso del tempo' di Monticelli.

Ascoli - Sono da poco passati i 20 anni dalla morte di Massimo Troisi e il Cinecircolo di Monticelli decide di inaugurare le attività del 2015 con un ciclo per ricordare l’attore-regista napoletano proiettando tre suoi film. Sarà l’occasione per rivedere sul grande schermo veri capolavori della cinematografia comica italiana.
Si partirà giovedì 15 gennaio, alle ore 21, con la proiezione di "Ricomincio da tre" che rappresentò l’esordio di Troisi dietro la macchina da presa. Uscito nel 1981, ebbe un grande successo di pubblico e critica, tanto da valergli incassi record e la vittoria di due David di Donatello, quello per il miglior film e per il miglior attore. Ancora oggi, il film detiene il record di maggiore permanenza nelle sale cinematografiche italiane, con più di 600 giorni di programmazione. Sarà, tra l’altro, anche l’occasione per rendere omaggio a Pino Daniele, recentemente scomparso, che ha firmato la colonna sonora del film.

Il 22 gennaio sarà la volta di un altro capolavoro del regista napoletano con la proiezione di “"Non ci resta che piangere" nella indimenticabile interpretazione con Roberto Benigni e Amanda Sandrelli. 

Giovedì 29 gennaio si concluderà il ciclo con l’ultimo film di Troisi dove fu co-regista. L’attore napoletano, già malato, non se la sentì di dirigere anche le riprese per cui chiamò come regista l’amico Michael Radford. Interpreti insieme a lui furono Philippe Noiret e Maria Grazia Cucinotta. Il film ha ottenuto 5 candidature agli Oscar 1996, quella come miglior film, miglior attore protagonista (Massimo Troisi), miglior regia (Michael Radford), miglior sceneggiatura non originale e miglior colonna sonora drammatica (Luis Bacalov). Tuttavia solo quest'ultima candidatura si è tradotta nella conquista di una statuetta.
La sera del 29 gennaio sarà particolarmente importante perché saranno presenti in sala Lorenzo Baraldi e sua moglie Gianna Gissi, rispettivamente scenografo e costumista de "Il postino" e illustreranno i bozzetti originali delle scenografie e dei costumi del film (che tra l’altro saranno esposti in sala già dal 22 gennaio). Sarà una grande occasione per ascoltare direttamente da due grandi personaggi del cinema la loro esperienza lavorativa con Troisi.
Baraldi, scenografo di grandissima esperienza, ha lavorato con registi del calibro di Dino Risi, Mario Monicelli, Alberto Sordi, Nino Manfredi, Carlo Vanzina, il nostro Giuseppe Piccioni, Pupi Avati, i fratelli Taviani…
Anche Gianna Gissi, come costumista, ha collaborato con mostri sacri del cinema: diversi film con Monicelli, Gianni Amelio, Roberto Benigni, Carlo Verdone, Vincenzo Salemme, Carlo Mazzacurati…

L’ingresso è riservato ai soci ma ci si può associare ad inizio serata.
  

lunedì 12 gennaio 2015

Mango come Massimo Troisi: quel comune legame con le radici e l'amore riversato nella propria arte (VIDEO)


Credo sia compito molto arduo tenere ferma la propria verità nel corso degli anni, una linea sottile e delicata che in pochi seguono. Una “voglia innata di verità” animava Pino Mango, che come il nostro Massimo ha saputo ancorare le sue radici e serbare amore per le cose più importanti. “L’amore invisibile”, quello che Mango descrive in occasione dei suoi primi 60 anni, che con maestria e minuzia imprime nel suo ultimo lavoro, questa volta l’ultimo per sempre. Due personalità, quella di Massimo, schiva, ma caparbia allo stesso tempo, capace di giocare anche nei momenti più delicati e quella di Mango, caparbio e diretto allo stesso modo, spesso considerato un artista scomodo e antipatico.

Cosa avrebbe detto Massimo, se avesse avuto modo di duettare con Mango in una nota trasmissione televisiva? All’affermazione che l’artista più soffre e più scrive meglio avrebbe risposto: “Appunto tu soffri 2 giorni e fai una canzone di 3 minuti, ma io per fare un film, io aggia soffrì da quando ero piccolino proprio. Io per fare un film di 3 ore so stato tradito già dall’ostetrica, cioè mentre m stava a piglian ha lassat a me e aggiuta a piglià a natu bambin'”.

Ha destato un pò di meraviglia il sogno che Pino ha raccontato ad alcuni dei sui collaboratori prima di lasciarci. Ha detto che la notte prima aveva sognato di bere del buon vino con Fabrizio De André. Chissà, magari potremmo meravigliarci ancor di più se una volta arrivato lassù abbia visto aggiungersi un bicchiere di vino in più. Massimo amava la buona compagnia e soprattutto l’atmosfera dei momenti più intimi fatti di musica, canto e sketch. Sarebbe bello poterli immaginare così, calorosamente insieme, ognuno al suo posto, che giocano e provano a creare ancora  la magia delle parole.

Pino, un artista insolito e unico che fino alla fine ha continuato ad esprimere le proprie emozioni attraverso gli elementi essenziali della natura. Massimo gli avrebbe detto: “Si tropp complicat'… sofisticat'”. E’ a dir poco superfluo elencare tutti i suoi titoli, ne citiamo alcuni: da “Io pioggia tu mattino”, che attirò l’attenzione di Patty Pravo, a “Se mi sfiori” inserita da Mia Martini in un suo album, “Angela ormai”, “Arlecchino”, “Sentirti”, “Nero e blu”, “Oro”, “Lei verrà”, “Bella d’estate” scritta con Lucio Dalla, “Tu…si” sul palco dell’ Ariston, “Sirtaki” e “Ma com’è rossa la ciliegia” scritte in collaborazione con Mogol, “Nella mia città”, “Mediterraneo”, “Giulietta”, “Dove vai”, “Credo”, “Stai con me”, “Amore per te”. Fino alle nuove sperimentazioni degli anni 2000 come “Ti porto in Africa”, “La Rondine” e “Chissà se nevica”. Anni in cui si cimenta anche come autore di poesie raccolte in un libro intitolato “Nel malamente mondo non ti trovo”.

L’anno in cui ci ha lasciato esce, invece, l'album “L'amore è invisibile”. Nel disco tre inediti e riletture di Sting, U2, Beatles, David Bowie Fabrizio De Andrè, Lucio Battisti, Amedeo Minghi, Don Backy, il nostro caro Pino Daniele e una canzone della tradizione sarda. Forse tutto ciò può bastare… ma non credo. Ciao Pino, questo tempo che ci aspetta possa continuare ad intonare le tue melodie e inondare noi tutti con la bellezza delle tue poesie. Un caro saluto anche a te, Massimo, ormai  veterano del nostro cielo. Un Nuovo Inizio a voi lassù e un Buon Anno a noi quaggiù.

 
Angela


Nel video qui sotto possiamo scoprire un Mango allergico alla telecamera, al quale non piace rivedersi. Massimo diceva: "Io non mi piaccio mai. Sono talmente autocritico, che non mi suicido per non lasciare un biglietto che mi sembrerebbe ridicolo".

Un Mango commosso dalla musica napoletana, fatta col cuore e con la sensibilità ormai scomparse, che esegue con chitarra e voce "I' te vurria vasà". Sappiamo come alcune canzoni tradizionali napoletane fossero cavalli di battaglia di Massimo fin dalle vacanze ad Ascea con Gaetano Daniele.

Un Mango che fa quello che sente, odiando l'artifizio; schivo, che non fa stampare la propria foto sui manifesti. Che torna a casa non appena può, legato alle sue radici che gli sono servite a capire dove voleva andare. Su Napoli Massimo affermava: "Io non mi sento mai rapportato ai napoletani. Io mi sento napoletano, che è diverso, ti levi dall'imbarazzo della bandiera o dei comunicati o delle cose. Io so' napulitano, nun l'aggio dimostra' a nisciuno e nun l'aggio spiega' a nisciuno. Penso, sogno in napoletano, quando parlo italiano mi sembra di essere falso. Sembra un vezzo, un atteggiamento, invece soltanto in questo modo credo di esprimermi con sincerità e credibilità".

Un Mango voglioso di verità, sincerità, onestà, a costo di apparire antipatico. Uno vero come Massimo, insomma, che vuole che la gente pensi, che segue il suo istinto, per il quale la vita è una cosa seria, che va salvaguardata e rivisitata. Uno che non bleffa, allergico al playback, che si definisce onesto e presuntuoso, orgoglioso della sua terra. Ci piaceva omaggiare l'uomo e l'artista Mango e accostare qualche sua sfumatura al Nostro.

Cristiano



Vi lasciamo con il consiglio all'ascolto di cinque brani di Mango e il relativo link Youtube, di quelli anche meno conosciuti ma che meritano davvero.

Dall'album “Arlecchino”:
“Sentirti” (1979), una delle più canzoni vecchie, reinterpretata poi da vari artisti.
https://www.youtube.com/watch?v=NjrAO3dxKH4
Dall'album “Sirtaki”:
“Ma com’è rossa la ciliegia” (1990), scritta insieme a Mogol per una collaborazione di successo.
https://www.youtube.com/watch?v=-nYMRKNi1x8&list=PLYLPuOvM6FQp_X4BIWZyh2bQPr0nvTEZM&index=49
Dall'album “Credo”:
“Credo” (1997)
https://www.youtube.com/watch?v=2l8JiTztwSs
Dall'album "L'albero delle fate":
Dall'album "L'albero delle fate":
“Dentro me ti scrivo” (2007)
https://www.youtube.com/watch?v=GMwbGyhamqU&list=PLYLPuOvM6FQp_X4BIWZyh2bQPr0nvTEZM&index=3

giovedì 1 gennaio 2015

Il primo giorno dell'anno in poesia, con il nostro postino e con don Pablo

Il primo giorno dell'anno
Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte lo andiamo a ricevere
come se fosse un esploratore
che scende da una stella.

Come il pane, assomiglia al pane di ieri.
Come un anello a tutti gli anelli.
La terra accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline,
lo bagnerà con frecce di trasparente pioggia
e poi, lo avvolgerà nell'ombra.


Eppure,
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell'anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire, a sperare.


Pablo Neruda