giovedì 30 dicembre 2010

(Ri)Leggendo "Per Massimo Troisi. Saggi, ricordi, riletture"

Oggi parliamo dell'ultimo libro edito riguardante Massimo Troisi, una raccolta di saggi curata dagli amici Salvatore Aulicino e Salvatore Iorio. Lo faremo alla nostra maniera, senza dilungarci troppo ma con schiettezza, col cuore sempre rivolto alla nostra passione ma con la maggior obiettività possibile, esponendo il nostro pensiero personale. Segnalando le cose migliori, più preziose...e quelle un pò meno.

Iniziativa lodevole quest'antologia "Per Massimo Troisi. Saggi, ricordi, riletture", ancor più lodevole il tipo di presentazione itinerante che i due curatori stanno portando in giro, che si amplia in vere e proprie serate dedicate a Massimo con diversi interventi interessanti di persone legate a lui direttamente o indirettamente. 
Il libro si apre con la prefazione di Enrico Giacomelli, che definisce i film troisiani "lenti, zoppicanti e poco cinematografici". Ritorna probabilmente la querelle sulla fissità della macchina da presa, ritorna l'equivoco di non considerare il piano fisso come la migliore soluzione tecnica per il cinema comico. Probabilmente solo "Ricominico da tre", e a tratti "Scusate il ritardo", sono film chiaramente contaminati da una matrice teatrale e quindi "poco cinematografici". Successivamente Massimo trova il coraggio di sperimentare e cercare un proprio stile registico, certo senza risultati felliniani ma non "zoppicando". Molto discutibile anche l'affermazione che "il teatro ha per natura un ritmo non realistico", e di conseguenza anche il cinema troisiano; a noi risulta invece abbia un ritmo molto più vicino alla vita vera, con le pause, i silenzi di tutti i giorni, senza l'intervento del montaggio, con i continui cambi di ambientazione e un'estensione temporale notevole.

Delizioso il testo (e anche la musica) della canzone  "E po' fa male 'o core", dedicata a Massimo da Gianfranco Sansone, ascoltata dal vivo al Premio Troisi 2009. Struggente il verso finale "Si mò staje 'mmiez' 'e rrose/ Puortece pure a me"...

Patricia Bianchi interviene con un saggio che coglie sapientemente il meccanismo dei lazzi comici di Troisi e l'ispirazione di quest'ultimo all'immenso Peppino De Filippo, mai ricordato abbastanza. Alberto Castellano propone il suggestivo accostamento con Eduardo ne "Il postino" attraverso la faccia malinconica della comicità. Interessantissima l'analisi sulla scelta dialettale di Troisi effettuata da Nicola De Blasi, che spiega perché a suo parere Massimo veniva compreso in tutta Italia. Mimica e contesto a parte, "l'incertezza dell'eloquio induce l'interlocutore ad un atteggiamento collaborativo". Non lo capiva solo chi non voleva capirlo, insomma (il Gian Luigi Rondi di turno...). 

Ad Antonio Farese il merito di rispondere brillantemente ad un'affermazione del compianto Mario Monicelli, il quale definiva Massimo l'attore italiano più sopravvalutato. Certo che lui, figlio di un noto giornalista e protagonista di una carriera in discesa pur con indiscutibili doti cinematografiche, aveva l'imbarazzo della scelta a rispondere con uno Scamarcio o un Accorsi e giù di lì.
Mario Franco ci racconta il ruolo e la dimensione dell'isola all'interno de "Il postino", e successivamente i silenzi e l'afasia di Massimo; Pasquale Iaccio la sua unicità e inclassificabilità, Tiziana Paladini il suo Pulcinella, estraendo un brano dal suo libro "Cuore e anima". Affascinante l'analisi linguistica di Carolina Stromboli, che individua nel parlato spontaneo (escludendo "Il postino") la cifra peculiare dei dialoghi dei film troisiani.

Facciamo nostre le parole di Lello Arena, che rivaluta il regista Troisi e si impegna a far sentire la mancanza atroce di Massimo ancora oggi, insostituibile e attualissimo. Per Giulio Baffi sarebbe piaciuto molto a Viviani, con la sua lingua innovativa e musicale, e gli sarebbe piaciuto tornare al teatro (se fosse riuscito a battere la pigrizia). Preziosa la testimonianza del grande Renato Barbieri, ci ha lasciati invece un attimo perplessi quella di Alfredo Cozzolino. A leggere le sue parole non avremmo quasi motivo di rimpiangere Massimo, bensì di consolarci pensando piuttosto al fatto che le battute e le trovate più esilaranti dei suoi film sono nate da situazioni che lui ha vissuto, che in "Ricomincio da tre" è "confluita più la sua vita che quella di Massimo", che senza di lui "Il postino" non sarebbe mai stato girato.
Per Roberto De Simone Troisi era nato per scrivere sempre e comunque, con quel suo linguaggio personale conturbante e che sapeva rapire raccontando l'accaduto più banale del quotidiano. Andrea Esposito rapporta l'introspezione e la precarietà esistenziale di Massimo alla sua malattia già presente in età infantile; Nico Mucci ci parla della sua professionalità, del suo lavoro scrupoloso, della sua mezz'ora di ginnastica facciale prima di entrare in scena.

Chiudono il libro i saggi sui singoli film. Tecnicamente preciso e dettagliato quello di Valentina Abussi su "Ricomincio da tre", che rivela la matrice teatrale del film nelle scenografie e nelle luci. Salvatore Ferraro si chiede se "Morto Troisi, viva Troisi!" sia solo una burla o una triste previsione. Difficile stabilirlo, probabilmente la verità è nel mezzo, convivendo Massimo con la malattia ma comunque conducendo una vita normale negli anni '80 (epoca di assidua attività calcistica con la nazionale attori, da lui organizzata dopo Pasolini). Per Antonio Varriale "Scusate il ritardo" riunisce efficacemente il comico al sentimentale, Massimiliano Gaudiosi osserva che in "Non ci resta che piangere" è solo Massimo a ritagliarsi divertenti monologhi (ma nelle scene eliminate del film ce n'erano diversi anche con Benigni protagonista). Salvatore Iorio cura il paragrafo su "Le vie del Signore sono finite", film per lui non del tutto riuscito. Piccola imprecisione: il protagonista Camillo non racconta mai di essere rimasto infermo in seguito al salvataggio eroico di un anziano durante un incendio, ma dice ciò a proposito del suo amico Orlando. Lo stesso Iorio ritiene la scena dell'aggressione ai due da parte dei fascisti limitata tecnicamente, inefficace e squilibrata. Personalmente la stessa sequenza mi ha colpito positivamente fin dalla prima visione, suscitando forte emozione in me e rendendo bene la tragicità dell'accaduto, con una macchina a mano frenetica e un montaggio serrato. Episodio quasi unico all'interno del cinema troisiano, per quanto riguarda questi toni drammatici. Manuela Nastri cerca tratti comuni dei personaggi troisiani nei film con Scola e in "Hotel Colonial", mentre Salvatore Aulicino analizza "Il postino" non senza qualche altra piccola imprecisione (l'autore perdonerà la mia pignoleria da appassionato:) ; il romanzo di Skàrmeta non ha un titolo omonimo al film ("Ardiente Paciencia" in cileno, "Il postino di Neruda" nella edizione italiana), Neruda non parla di tramonto quando consiglia a Mario di camminare sulla spiaggia per cercare l'ispirazione di nuove metafore,  lo stesso postino non registra i suoni dell'isola in compagnia del figlio in quanto quest'ultimo nascerà soltanto dopo la sua morte. Infine, nelle immagini della registrazione di questi suoni non c'entra l'alternanza bianco e nero/colore, riservata unicamente alla rappresentazione della morte di Mario durante un comizio comunista.

Un libro che merita sicuramente di essere presente nella libreria di un appassionato troisiano, che ha il merito indiscusso di raccogliere pareri e punti di vista autorevoli e a volte acuti sugli aspetti peculiari del suo cinema, che altrimenti vivrebbero isolati e senza una cornice adeguata. Molte penne sono sicuramente di grandi competenti del settore, quello che manca, pur trattandosi di un testo piuttosto tecnico e accademico, è una voce mossa dalla passione vera che alimenta ancora oggi tante persone, il punto di vista emozionale di chi magari non ha studiato cinema o non ha conosciuto Massimo ma fa della sua arte un culto e una filosofia quotidiana. Magari, per la prossima iniziativa, sarebbe un'idea dare spazio anche ai troisiani incalliti, scrupolosi e sentimentali, arricchendo così il risultato finale, in una tentativo di compensazione tra critica, tecnica e cuore.

Cristiano Esposito


Il volume, edito da Laceno/Quaderni di Cinemasud (Avellino), è ordinabile nelle migliori librerie. Chiunque sia interessato all'acquisto (176 pp., euro 12), se vuole, può comunque scrivere direttamente ai curatori (salaulicino@libero.it; siorio1@aliceposta.it).
ISBN 978-88-6320-074-4
Disponibile presso:
 

- Edicola/Libreria 'La Baia del Fumetto' - Piazza E. De Nicola 3 - Torre Annunziata (Na)
- Cartolibreria 'Le C'art' - Via Maresca 8 - Torre Annunziata (Na)
- Libreria 'Perditempo' - Via San Pietro a Majella 8 - Napoli
- Libreria 'Neapolis' - Via San Gregorio Armeno 4 - Napoli
- Libreria 'Vesuvio Libri' - Via Cavalli di Bronzo 24 - San Giorgio a Cremano (Na)

e ordinabile presso le migliori librerie.
  




mercoledì 29 dicembre 2010

Massimo (Ranieri) omaggia Massimo (Troisi)

"Adesso una canzone dedicata ad un napoletano molto speciale, una di quelle persone direi quasi magiche, che basta pensarle un attimo durante la giornata e ti fanno stare bene: Massimo Troisi"
   
(Massimo Ranieri prima di cantare "Quando", Stadio Olimpico di Roma, 2 luglio 2010)


Poche parole, dette nell'ambito di un concerto fenomenale, dedicate al nostro da un altro grande "Massimo".  Sarà per questo motivo che spesso mi sento bene; penso a Massimo (Troisi) diverse volte durante la giornata. Ogni giorno.

Buona fine e buon principio.

Cristiano
 

lunedì 20 dicembre 2010

La bicicletta (una delle due) de "Il postino" esposta al Pantaleo di Torre del Greco

Dal 9 al 22 dicembre sarà esposta la bicicletta di Massimo Troisi nel film “Il postino” presso l’Istituto Eugenio Pantaleo in Torre del Greco dove l’attore di San Giorgio a Cremano si è diplomato nel 1976. Dopo otto anni di scuola Massimo Troisi si è diplomato con il voto di 44/60. Era particolarmente vivace e spesso non si atteneva alle regole di condotta.
  
La bicicletta, in esposizione permanente presso il piano nobile di Villa Bruno in San Giorgio a Cremano, si trova oggi all’ingresso del Pantaleo su proposta del dirigente scolastico Carlo Ciavolino, ammiratore di Massimo Troisi e corredata da diverse gigantografie selezionate dalla studentessa del quinto anno Maria Sequino. Ciavolino ringrazia il sindaco di San Giorgio a Cremano Domenico Giorgiano, il vice presidente dell’Istituzione Fondazione Comunale “Premio Massimo Troisi” Pietro De Martino e Raffaele Capacotta, direttore del Premio “Massimo Troisi”.
  
“Con l’esposizione al pubblico presso l’I.T.C.G. Pantaleo, della bicicletta del film “Il postino”, magistrale interpretazione di Massimo Troisi e suo testamento artistico, la scuola, che lo vide alunno e diplomato geometra, inaugura una serie di attività e manifestazioni, per ricordare il geniale attore – afferma con orgoglio il dirigente scolastico Carlo Ciaovolino - che si è inserito nell’empireo dei grandi della cinematografia mondiale, partendo da un garage, dove, con un gruppo di giovani attori come lui, ha dato vita alle prime interpretazioni”. “Il postino” è stato girato nel 1994 a Procida e Lampedusa (?, ndr), Massimo Troisi ha recitato per l’ultima volta accanto a Philippe Noiret e ad una giovanissima promessa del cinema italiano: Maria Grazia Cucinotta. Ricorda con commozione il professore Carlo Ciavolino che oggi Massimo Troisi avrebbe gli stessi anni che ha l’Istituto Pantaleo, cinquantasette, essendo nato il 19 febbraio 1953. “Con la sua disarmante ironia Massimo -sottolinea Ciavolino - è sempre stato se stesso, sulla scena come nella vita, anche quando il successo gli ha arriso. Con il suo personaggio Massimo non interpreta una persona o un personaggio, ma una “condizione”, che è quella sofferente e lamentosa dei deboli, per incuria sociale e per rassegnazione”.
  
Questo primo appuntamento con Massimo arriva a trenta anni dal suo primo film, di cui fu anche regista “Ricomincio da tre”, interpretato dal ventisettenne Troisi, con Lello Arena, Fiorenza Marchegiani, Marco Messeri, Renato Scarpa, Laura Nucci. Premiato dal pubblico che gli conferisce il primato, tenuto per decenni, del film più a lungo presente nelle sale cinematografiche: ben seicento giorni di seguito. Ottiene il David di Donatello per il miglior attore e il miglior film, il Nastro d’Argento e il Globo d’oro.
  
Tra le iniziative Ciavolino ricorda il Premio “Alunno Massimo Troisi”, inserito nel “Meeting degli studenti”di Sarà un viaggio tra la comicità, il sarcasmo e l’ironia di Massimo riproponendo film recitativi e con l’esposizione di altri reperti, con testimonianze di colleghi attori e attrici, di persone che gli furono vicine, nel breve ma intensissimo cammino della sua vita. Vi saranno approfondimenti tematici, conferenze, interventi per meglio comprendere l’arte di un maestro geniale e per meglio riflettere sul destino di un popolo e di una umanità in cerca di riscatto. A metà gennaio è prevista la conferenza stampa su tale progetto.
 
Rossella Saluzzo
JulieNews.it 
   

domenica 19 dicembre 2010

Massimo Troisi secondo Wertmuller, Pontecorvo, Vitti e Messeri

Raramente chi parla di Massimo fornisce una testimonianza banale e scontata. Le parole spese in questi video per lui da alcuni addetti ai lavori lo fanno rivivere con ancora più forza. Per la Wertmuller è a metà tra Pulcinella e Pierrot, per Pontecorvo una delle sue più grandi qualità è il suo tasso di aggressività prossimo allo zero, per la Vitti sembrava l'unico uomo al mondo che sapesse come parlare agli altri. Per l'amico Marco Messeri è stato un artista in quanto ha camuffato di ironia la tragedia esistenziale. Non ci stuferemmo mai di sentir parlare di Massimo Troisi. E' l'ennesimo modo di sentirlo ancora con noi.

Un grazie speciale agli amici di schermaglie.it
Cristiano

                                              

                                                    

martedì 14 dicembre 2010

Da Ugo Foscolo a Massimo Troisi: la divina corrispondenza di sentimenti

Ma perché pria del tempo a sé il mortale
invidierà l'illusion che spento
pur lo sofferma al limitar di Dite?
Non vive ei forse anche sotterra, quando
gli sarà muta l'armonia del giorno,
se può destarla con soavi cure
nella mente de' suoi? Celeste è questa
corrispondenza d'amorosi sensi,
celeste dote è negli umani; e spesso
per lei si vive con l'amico estinto
e l'estinto con noi.

 
(Ugo Foscolo, I sepolcri)

PARAFRASI
Ma perché l’uomo dovrebbe privarsi (invidierà – da invidere latinismo) prima del tempo dell’illusione che [una volta] morto (spento) lo trattiene [gli fa credere di fermarsi] ancora sulle soglie dell’oltretomba (limitar di Dite)?
Egli [l’uomo da morto] non vive forse anche sotto terra, quando gli sarà [divenuta] impercettibile (muta) l’attrattiva della vita (l’armonia del giorno, cioè la vita perduta), se può risvegliarla (destarla) nella mente dei suoi [cari] attraverso il culto della memoria (soavi cure: la cura delle tombe)? Questa corrispondenza di sentimenti (sensi – lat.) amorosi è divina (celeste), è una dote divina negli uomini; e grazie a lei (per lei) si vive con l’amico morto e il morto [vive] con noi.

 

Oggi un film, un libro, un disco usciti da pochi mesi vengono considerati già vecchi. Ciò non entusiasma ma avvalora l'opera di Massimo Troisi, che ancora folgora chi la contempla. Film semplici ma geniali, interviste spiazzanti ed esilaranti che si prendono gioco dell'intervistatore con grande acume. La sua flebile voce riesce ancora a dare conforto, entusiasmo, passione ma soprattutto emozione a chi lo ama davvero. E' da tanto che Massimo Troisi non può parlare in prima persona, se si escludono i cuori di chi sa ascoltarlo. Non possiamo ascoltare sue parole "nuove", il suo pensiero sull'attualità. Ma non vogliamo perdere né dimenticare una sola delle parole da lui pronunciate. Parole rotte, malate, faticose ma portatrici di un punto di vista illuminante. Viene naturale ricordarti sempre, ogni giorno, parlare di te e di ciò che hai fatto, ripetutamente. Ricordarti, ricordarti, ricordarti, ricordarti, ricordarti... direbbe Pia. Ma le parole di Don Pablo ci suggeriscono di ricordarti con parsimonia, perché "anche l'idea più sublime, se la senti troppe volte, diventa una stupidaggine". Eppure sei sempre qui con me, inutile far finta, sarebbe anzi deleterio. Meglio allora restare sulla via di mezzo dei "cinquanta giorni da orsacchiotto", che permette al cuore che vuole ascoltare di giovarsi della tua poesia.
  

lunedì 13 dicembre 2010

L'amore secondo Massimo Troisi...e secondo me (VIDEO)

Il montaggio video che segue è una mia creazione risalente a un bel pò di mesi fa. Fu ispirato da alcune vicende e stati d'animo personali ma credo, come tutto ciò che Massimo ci ha lasciato, che abbia pur sempre qualcosa di universale. Ho deciso di condividerlo con voi ringraziando ancora una volta lui per la voce che dà ai miei sentimenti e alle mie sensazioni. Al mio essere al mondo, insomma.
Perché..."era una cosa che pure a me mi succede...però non lo sapevo dire".

Mi sono chiesto cos'è davvero l'amore, semmai esistesse. Ho cercato qualche risposta con i film di una persona per me speciale. Amore è vero amore quando è condiviso da due persone, e non muore mai, perché per quante cose brutte ci si può fare poi ci si sa guardare dentro e vederlo ancora. Oppure non c'è mai stato.
Perché probabilmente ha ragione Amedeo, nella sua teoria strampalata. O è amore per sempre o non è mai stato amore.


Cristiano


"L'amore credo sia quel sentimento che riesce ad uscire indenne dal tempo che passa, che riesce a durare, che vince la stanchezza, la noia, i dolori, le rotture di scatole. Ma bisogna attendere tanto prima di riconoscerlo. Si può dire solo a posteriori se uno ha davvero amato, perché mentre si ama non lo si capisce."

(Massimo Troisi)