giovedì 30 dicembre 2010

(Ri)Leggendo "Per Massimo Troisi. Saggi, ricordi, riletture"

Oggi parliamo dell'ultimo libro edito riguardante Massimo Troisi, una raccolta di saggi curata dagli amici Salvatore Aulicino e Salvatore Iorio. Lo faremo alla nostra maniera, senza dilungarci troppo ma con schiettezza, col cuore sempre rivolto alla nostra passione ma con la maggior obiettività possibile, esponendo il nostro pensiero personale. Segnalando le cose migliori, più preziose...e quelle un pò meno.

Iniziativa lodevole quest'antologia "Per Massimo Troisi. Saggi, ricordi, riletture", ancor più lodevole il tipo di presentazione itinerante che i due curatori stanno portando in giro, che si amplia in vere e proprie serate dedicate a Massimo con diversi interventi interessanti di persone legate a lui direttamente o indirettamente. 
Il libro si apre con la prefazione di Enrico Giacomelli, che definisce i film troisiani "lenti, zoppicanti e poco cinematografici". Ritorna probabilmente la querelle sulla fissità della macchina da presa, ritorna l'equivoco di non considerare il piano fisso come la migliore soluzione tecnica per il cinema comico. Probabilmente solo "Ricominico da tre", e a tratti "Scusate il ritardo", sono film chiaramente contaminati da una matrice teatrale e quindi "poco cinematografici". Successivamente Massimo trova il coraggio di sperimentare e cercare un proprio stile registico, certo senza risultati felliniani ma non "zoppicando". Molto discutibile anche l'affermazione che "il teatro ha per natura un ritmo non realistico", e di conseguenza anche il cinema troisiano; a noi risulta invece abbia un ritmo molto più vicino alla vita vera, con le pause, i silenzi di tutti i giorni, senza l'intervento del montaggio, con i continui cambi di ambientazione e un'estensione temporale notevole.

Delizioso il testo (e anche la musica) della canzone  "E po' fa male 'o core", dedicata a Massimo da Gianfranco Sansone, ascoltata dal vivo al Premio Troisi 2009. Struggente il verso finale "Si mò staje 'mmiez' 'e rrose/ Puortece pure a me"...

Patricia Bianchi interviene con un saggio che coglie sapientemente il meccanismo dei lazzi comici di Troisi e l'ispirazione di quest'ultimo all'immenso Peppino De Filippo, mai ricordato abbastanza. Alberto Castellano propone il suggestivo accostamento con Eduardo ne "Il postino" attraverso la faccia malinconica della comicità. Interessantissima l'analisi sulla scelta dialettale di Troisi effettuata da Nicola De Blasi, che spiega perché a suo parere Massimo veniva compreso in tutta Italia. Mimica e contesto a parte, "l'incertezza dell'eloquio induce l'interlocutore ad un atteggiamento collaborativo". Non lo capiva solo chi non voleva capirlo, insomma (il Gian Luigi Rondi di turno...). 

Ad Antonio Farese il merito di rispondere brillantemente ad un'affermazione del compianto Mario Monicelli, il quale definiva Massimo l'attore italiano più sopravvalutato. Certo che lui, figlio di un noto giornalista e protagonista di una carriera in discesa pur con indiscutibili doti cinematografiche, aveva l'imbarazzo della scelta a rispondere con uno Scamarcio o un Accorsi e giù di lì.
Mario Franco ci racconta il ruolo e la dimensione dell'isola all'interno de "Il postino", e successivamente i silenzi e l'afasia di Massimo; Pasquale Iaccio la sua unicità e inclassificabilità, Tiziana Paladini il suo Pulcinella, estraendo un brano dal suo libro "Cuore e anima". Affascinante l'analisi linguistica di Carolina Stromboli, che individua nel parlato spontaneo (escludendo "Il postino") la cifra peculiare dei dialoghi dei film troisiani.

Facciamo nostre le parole di Lello Arena, che rivaluta il regista Troisi e si impegna a far sentire la mancanza atroce di Massimo ancora oggi, insostituibile e attualissimo. Per Giulio Baffi sarebbe piaciuto molto a Viviani, con la sua lingua innovativa e musicale, e gli sarebbe piaciuto tornare al teatro (se fosse riuscito a battere la pigrizia). Preziosa la testimonianza del grande Renato Barbieri, ci ha lasciati invece un attimo perplessi quella di Alfredo Cozzolino. A leggere le sue parole non avremmo quasi motivo di rimpiangere Massimo, bensì di consolarci pensando piuttosto al fatto che le battute e le trovate più esilaranti dei suoi film sono nate da situazioni che lui ha vissuto, che in "Ricomincio da tre" è "confluita più la sua vita che quella di Massimo", che senza di lui "Il postino" non sarebbe mai stato girato.
Per Roberto De Simone Troisi era nato per scrivere sempre e comunque, con quel suo linguaggio personale conturbante e che sapeva rapire raccontando l'accaduto più banale del quotidiano. Andrea Esposito rapporta l'introspezione e la precarietà esistenziale di Massimo alla sua malattia già presente in età infantile; Nico Mucci ci parla della sua professionalità, del suo lavoro scrupoloso, della sua mezz'ora di ginnastica facciale prima di entrare in scena.

Chiudono il libro i saggi sui singoli film. Tecnicamente preciso e dettagliato quello di Valentina Abussi su "Ricomincio da tre", che rivela la matrice teatrale del film nelle scenografie e nelle luci. Salvatore Ferraro si chiede se "Morto Troisi, viva Troisi!" sia solo una burla o una triste previsione. Difficile stabilirlo, probabilmente la verità è nel mezzo, convivendo Massimo con la malattia ma comunque conducendo una vita normale negli anni '80 (epoca di assidua attività calcistica con la nazionale attori, da lui organizzata dopo Pasolini). Per Antonio Varriale "Scusate il ritardo" riunisce efficacemente il comico al sentimentale, Massimiliano Gaudiosi osserva che in "Non ci resta che piangere" è solo Massimo a ritagliarsi divertenti monologhi (ma nelle scene eliminate del film ce n'erano diversi anche con Benigni protagonista). Salvatore Iorio cura il paragrafo su "Le vie del Signore sono finite", film per lui non del tutto riuscito. Piccola imprecisione: il protagonista Camillo non racconta mai di essere rimasto infermo in seguito al salvataggio eroico di un anziano durante un incendio, ma dice ciò a proposito del suo amico Orlando. Lo stesso Iorio ritiene la scena dell'aggressione ai due da parte dei fascisti limitata tecnicamente, inefficace e squilibrata. Personalmente la stessa sequenza mi ha colpito positivamente fin dalla prima visione, suscitando forte emozione in me e rendendo bene la tragicità dell'accaduto, con una macchina a mano frenetica e un montaggio serrato. Episodio quasi unico all'interno del cinema troisiano, per quanto riguarda questi toni drammatici. Manuela Nastri cerca tratti comuni dei personaggi troisiani nei film con Scola e in "Hotel Colonial", mentre Salvatore Aulicino analizza "Il postino" non senza qualche altra piccola imprecisione (l'autore perdonerà la mia pignoleria da appassionato:) ; il romanzo di Skàrmeta non ha un titolo omonimo al film ("Ardiente Paciencia" in cileno, "Il postino di Neruda" nella edizione italiana), Neruda non parla di tramonto quando consiglia a Mario di camminare sulla spiaggia per cercare l'ispirazione di nuove metafore,  lo stesso postino non registra i suoni dell'isola in compagnia del figlio in quanto quest'ultimo nascerà soltanto dopo la sua morte. Infine, nelle immagini della registrazione di questi suoni non c'entra l'alternanza bianco e nero/colore, riservata unicamente alla rappresentazione della morte di Mario durante un comizio comunista.

Un libro che merita sicuramente di essere presente nella libreria di un appassionato troisiano, che ha il merito indiscusso di raccogliere pareri e punti di vista autorevoli e a volte acuti sugli aspetti peculiari del suo cinema, che altrimenti vivrebbero isolati e senza una cornice adeguata. Molte penne sono sicuramente di grandi competenti del settore, quello che manca, pur trattandosi di un testo piuttosto tecnico e accademico, è una voce mossa dalla passione vera che alimenta ancora oggi tante persone, il punto di vista emozionale di chi magari non ha studiato cinema o non ha conosciuto Massimo ma fa della sua arte un culto e una filosofia quotidiana. Magari, per la prossima iniziativa, sarebbe un'idea dare spazio anche ai troisiani incalliti, scrupolosi e sentimentali, arricchendo così il risultato finale, in una tentativo di compensazione tra critica, tecnica e cuore.

Cristiano Esposito


Il volume, edito da Laceno/Quaderni di Cinemasud (Avellino), è ordinabile nelle migliori librerie. Chiunque sia interessato all'acquisto (176 pp., euro 12), se vuole, può comunque scrivere direttamente ai curatori (salaulicino@libero.it; siorio1@aliceposta.it).
ISBN 978-88-6320-074-4
Disponibile presso:
 

- Edicola/Libreria 'La Baia del Fumetto' - Piazza E. De Nicola 3 - Torre Annunziata (Na)
- Cartolibreria 'Le C'art' - Via Maresca 8 - Torre Annunziata (Na)
- Libreria 'Perditempo' - Via San Pietro a Majella 8 - Napoli
- Libreria 'Neapolis' - Via San Gregorio Armeno 4 - Napoli
- Libreria 'Vesuvio Libri' - Via Cavalli di Bronzo 24 - San Giorgio a Cremano (Na)

e ordinabile presso le migliori librerie.
  




mercoledì 29 dicembre 2010

Massimo (Ranieri) omaggia Massimo (Troisi)

"Adesso una canzone dedicata ad un napoletano molto speciale, una di quelle persone direi quasi magiche, che basta pensarle un attimo durante la giornata e ti fanno stare bene: Massimo Troisi"
   
(Massimo Ranieri prima di cantare "Quando", Stadio Olimpico di Roma, 2 luglio 2010)


Poche parole, dette nell'ambito di un concerto fenomenale, dedicate al nostro da un altro grande "Massimo".  Sarà per questo motivo che spesso mi sento bene; penso a Massimo (Troisi) diverse volte durante la giornata. Ogni giorno.

Buona fine e buon principio.

Cristiano
 

lunedì 20 dicembre 2010

La bicicletta (una delle due) de "Il postino" esposta al Pantaleo di Torre del Greco

Dal 9 al 22 dicembre sarà esposta la bicicletta di Massimo Troisi nel film “Il postino” presso l’Istituto Eugenio Pantaleo in Torre del Greco dove l’attore di San Giorgio a Cremano si è diplomato nel 1976. Dopo otto anni di scuola Massimo Troisi si è diplomato con il voto di 44/60. Era particolarmente vivace e spesso non si atteneva alle regole di condotta.
  
La bicicletta, in esposizione permanente presso il piano nobile di Villa Bruno in San Giorgio a Cremano, si trova oggi all’ingresso del Pantaleo su proposta del dirigente scolastico Carlo Ciavolino, ammiratore di Massimo Troisi e corredata da diverse gigantografie selezionate dalla studentessa del quinto anno Maria Sequino. Ciavolino ringrazia il sindaco di San Giorgio a Cremano Domenico Giorgiano, il vice presidente dell’Istituzione Fondazione Comunale “Premio Massimo Troisi” Pietro De Martino e Raffaele Capacotta, direttore del Premio “Massimo Troisi”.
  
“Con l’esposizione al pubblico presso l’I.T.C.G. Pantaleo, della bicicletta del film “Il postino”, magistrale interpretazione di Massimo Troisi e suo testamento artistico, la scuola, che lo vide alunno e diplomato geometra, inaugura una serie di attività e manifestazioni, per ricordare il geniale attore – afferma con orgoglio il dirigente scolastico Carlo Ciaovolino - che si è inserito nell’empireo dei grandi della cinematografia mondiale, partendo da un garage, dove, con un gruppo di giovani attori come lui, ha dato vita alle prime interpretazioni”. “Il postino” è stato girato nel 1994 a Procida e Lampedusa (?, ndr), Massimo Troisi ha recitato per l’ultima volta accanto a Philippe Noiret e ad una giovanissima promessa del cinema italiano: Maria Grazia Cucinotta. Ricorda con commozione il professore Carlo Ciavolino che oggi Massimo Troisi avrebbe gli stessi anni che ha l’Istituto Pantaleo, cinquantasette, essendo nato il 19 febbraio 1953. “Con la sua disarmante ironia Massimo -sottolinea Ciavolino - è sempre stato se stesso, sulla scena come nella vita, anche quando il successo gli ha arriso. Con il suo personaggio Massimo non interpreta una persona o un personaggio, ma una “condizione”, che è quella sofferente e lamentosa dei deboli, per incuria sociale e per rassegnazione”.
  
Questo primo appuntamento con Massimo arriva a trenta anni dal suo primo film, di cui fu anche regista “Ricomincio da tre”, interpretato dal ventisettenne Troisi, con Lello Arena, Fiorenza Marchegiani, Marco Messeri, Renato Scarpa, Laura Nucci. Premiato dal pubblico che gli conferisce il primato, tenuto per decenni, del film più a lungo presente nelle sale cinematografiche: ben seicento giorni di seguito. Ottiene il David di Donatello per il miglior attore e il miglior film, il Nastro d’Argento e il Globo d’oro.
  
Tra le iniziative Ciavolino ricorda il Premio “Alunno Massimo Troisi”, inserito nel “Meeting degli studenti”di Sarà un viaggio tra la comicità, il sarcasmo e l’ironia di Massimo riproponendo film recitativi e con l’esposizione di altri reperti, con testimonianze di colleghi attori e attrici, di persone che gli furono vicine, nel breve ma intensissimo cammino della sua vita. Vi saranno approfondimenti tematici, conferenze, interventi per meglio comprendere l’arte di un maestro geniale e per meglio riflettere sul destino di un popolo e di una umanità in cerca di riscatto. A metà gennaio è prevista la conferenza stampa su tale progetto.
 
Rossella Saluzzo
JulieNews.it 
   

domenica 19 dicembre 2010

Massimo Troisi secondo Wertmuller, Pontecorvo, Vitti e Messeri

Raramente chi parla di Massimo fornisce una testimonianza banale e scontata. Le parole spese in questi video per lui da alcuni addetti ai lavori lo fanno rivivere con ancora più forza. Per la Wertmuller è a metà tra Pulcinella e Pierrot, per Pontecorvo una delle sue più grandi qualità è il suo tasso di aggressività prossimo allo zero, per la Vitti sembrava l'unico uomo al mondo che sapesse come parlare agli altri. Per l'amico Marco Messeri è stato un artista in quanto ha camuffato di ironia la tragedia esistenziale. Non ci stuferemmo mai di sentir parlare di Massimo Troisi. E' l'ennesimo modo di sentirlo ancora con noi.

Un grazie speciale agli amici di schermaglie.it
Cristiano

                                              

                                                    

martedì 14 dicembre 2010

Da Ugo Foscolo a Massimo Troisi: la divina corrispondenza di sentimenti

Ma perché pria del tempo a sé il mortale
invidierà l'illusion che spento
pur lo sofferma al limitar di Dite?
Non vive ei forse anche sotterra, quando
gli sarà muta l'armonia del giorno,
se può destarla con soavi cure
nella mente de' suoi? Celeste è questa
corrispondenza d'amorosi sensi,
celeste dote è negli umani; e spesso
per lei si vive con l'amico estinto
e l'estinto con noi.

 
(Ugo Foscolo, I sepolcri)

PARAFRASI
Ma perché l’uomo dovrebbe privarsi (invidierà – da invidere latinismo) prima del tempo dell’illusione che [una volta] morto (spento) lo trattiene [gli fa credere di fermarsi] ancora sulle soglie dell’oltretomba (limitar di Dite)?
Egli [l’uomo da morto] non vive forse anche sotto terra, quando gli sarà [divenuta] impercettibile (muta) l’attrattiva della vita (l’armonia del giorno, cioè la vita perduta), se può risvegliarla (destarla) nella mente dei suoi [cari] attraverso il culto della memoria (soavi cure: la cura delle tombe)? Questa corrispondenza di sentimenti (sensi – lat.) amorosi è divina (celeste), è una dote divina negli uomini; e grazie a lei (per lei) si vive con l’amico morto e il morto [vive] con noi.

 

Oggi un film, un libro, un disco usciti da pochi mesi vengono considerati già vecchi. Ciò non entusiasma ma avvalora l'opera di Massimo Troisi, che ancora folgora chi la contempla. Film semplici ma geniali, interviste spiazzanti ed esilaranti che si prendono gioco dell'intervistatore con grande acume. La sua flebile voce riesce ancora a dare conforto, entusiasmo, passione ma soprattutto emozione a chi lo ama davvero. E' da tanto che Massimo Troisi non può parlare in prima persona, se si escludono i cuori di chi sa ascoltarlo. Non possiamo ascoltare sue parole "nuove", il suo pensiero sull'attualità. Ma non vogliamo perdere né dimenticare una sola delle parole da lui pronunciate. Parole rotte, malate, faticose ma portatrici di un punto di vista illuminante. Viene naturale ricordarti sempre, ogni giorno, parlare di te e di ciò che hai fatto, ripetutamente. Ricordarti, ricordarti, ricordarti, ricordarti, ricordarti... direbbe Pia. Ma le parole di Don Pablo ci suggeriscono di ricordarti con parsimonia, perché "anche l'idea più sublime, se la senti troppe volte, diventa una stupidaggine". Eppure sei sempre qui con me, inutile far finta, sarebbe anzi deleterio. Meglio allora restare sulla via di mezzo dei "cinquanta giorni da orsacchiotto", che permette al cuore che vuole ascoltare di giovarsi della tua poesia.
  

lunedì 13 dicembre 2010

L'amore secondo Massimo Troisi...e secondo me (VIDEO)

Il montaggio video che segue è una mia creazione risalente a un bel pò di mesi fa. Fu ispirato da alcune vicende e stati d'animo personali ma credo, come tutto ciò che Massimo ci ha lasciato, che abbia pur sempre qualcosa di universale. Ho deciso di condividerlo con voi ringraziando ancora una volta lui per la voce che dà ai miei sentimenti e alle mie sensazioni. Al mio essere al mondo, insomma.
Perché..."era una cosa che pure a me mi succede...però non lo sapevo dire".

Mi sono chiesto cos'è davvero l'amore, semmai esistesse. Ho cercato qualche risposta con i film di una persona per me speciale. Amore è vero amore quando è condiviso da due persone, e non muore mai, perché per quante cose brutte ci si può fare poi ci si sa guardare dentro e vederlo ancora. Oppure non c'è mai stato.
Perché probabilmente ha ragione Amedeo, nella sua teoria strampalata. O è amore per sempre o non è mai stato amore.


Cristiano


"L'amore credo sia quel sentimento che riesce ad uscire indenne dal tempo che passa, che riesce a durare, che vince la stanchezza, la noia, i dolori, le rotture di scatole. Ma bisogna attendere tanto prima di riconoscerlo. Si può dire solo a posteriori se uno ha davvero amato, perché mentre si ama non lo si capisce."

(Massimo Troisi)


                                            

sabato 27 novembre 2010

In edicola “Il Grande Troisi. Teatro, tv e cinema” con Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport

Niente di nuovo per noi troisiani (se si eccettuano i libretti interni ai dvd), ma val sempre la pena di segnalare queste iniziative. Bene così :)

Da oggi in edicola, in abbinamento facoltativo con il “Corriere della Sera” e “La Gazzetta dello Sport” a 10,99 € aggiuntivi, una nuova collana di DVD dedicati a Massimo Troisi (San Giorgio a Cremano, 19 febbraio 1953 – Roma, 4 giugno 1994). Il primo DVD è dedicato al teatro de La Smorfia.

Tutto il repertorio del poliedrico artista napoletano in una collana di dvd. Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport, in collaborazione con Rai Trade e Video Erre, dedicano una collana di dvd al celebre artista Massimo Troisi.

Conosciuto dal grande pubblico come attore, soprattutto di cinema, Massimo Troisi è stato anche regista, attore di teatro e ha partecipato a memorabili programmi televisivi: Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport, in collaborazione con Rai Trade e Video Erre, si propongono di far conoscere tutte le anime del talentuoso interprete napoletano dando spazio al cinema con la filmografia completa, ma anche alla meno conosciuta esperienza teatrale e alle avventure televisive.

I primi tre dvd della collana “Il Grande Troisi. Teatro, tv e cinema” sono dedicati al lavoro messo in scena da La Smorfia, il famoso trio comico formato da Lello Arena, Enzo Decaro e Massimo Troisi, che consacra il talento dei tre nei teatri, nelle scene del cabaret romano e nei programmi televisivi Non Stop, Effetto Smorfia e Luna Park. Si tratta di materiali rari, che permettono di conoscere gli esordi di Troisi nel mondo della comicità e trovarvi la traccia inconfondibile del suo talento.

Le quattro uscite successive sono dedicate alle apparizioni televisive dell’attore: le interviste e i contributi sono una testimonianza preziosa che riunisce per la prima volta il ricco e vario panorama di interventi di Troisi nel mondo televisivo.

Chiudono la collana i film che vedono Massimo Troisi protagonista e, a volte, regista: la filmografia completa, da “Ricomincio da tre” a “Non ci resta che piangere”, da “Pensavo fosse amore e invece era un calesse” a “Le vie del Signore sono finite”, da “Scusate il ritardo” a “No grazie, il caffè mi rende nervoso”, da “Il viaggio di capitan Fracassa” a “Hotel Colonial”, da “Che ora è” a “Splendor” passando per “Il Postino”, l’ultimo capolavoro.

Il primo dvd, dedicato al teatro de La Smorfia, è in edicola da mercoledì 24 novembre. I dvd costano 10,99 euro, oltre il prezzo del quotidiano e hanno cadenza settimanale.
 

mercoledì 24 novembre 2010

Incontro con Lello Arena: le perplessità sulla fiction dedicata a Massimo Troisi

L'ultima volta lo avevo incontrato al Premio Troisi 2009, in formissima ed entusiasta del progetto riguardante il laboratorio teatrale a San Giorgio a Cremano, naturalmente sfumato di lì a poco per prevedibili problematiche di fondi. Quando arriva il momento di parlare concretamente di soldi, a Napoli e dintorni, spesso i castelli di sabbia crollano all'istante. Recentemente ho rivisto Lello Arena nel suo camerino al teatro Bellini di Napoli, dove è stato protagonista di una nuova edizione de "Lo scarfalietto", in cui impersona brillantemente il personaggio di Felice Sciosciammocca (per la recensione dello spettacolo consultare il link http://www.teatroespettacolo.org/il-sorprendente-trio-gleijeses-arena-bargilli-al-bellini-di-napoli.htm). 

Sempre esilarante e solare, con gli occhi pronti ad illuminarsi ulteriormente quando si parla di Massimo. Abbiamo parlato della sua nuova antologia riguardante l'immenso Totò in edicola in questi giorni con "L'espresso" e naturalmente del "nostro". Lello si è detto contrario al progetto di fiction riguardante la vita di Massimo e si è tirato fuori dai giochi, così come Anna Pavignano. Il suo parere mi trova d'accordo: sarebbe accettabile solo realizzare un docufiction, magari con inquadrature in soggettiva di Massimo, perché probabilmente è impossibile trovare e conseguentemente accettare un attore che lo interpreti.

Lello Arena saluta calorosamente tutti gli amici del blog, che sa bene essere troisiani veraci, amici e sinceri appassionati.

Cristiano
 

mercoledì 17 novembre 2010

Metti una sera a cena con Renato Barbieri ricordando Massimo Troisi... (VIDEO)

Quella con Renato Barbieri è un'amicizia vera, che dura ormai da diversi mesi, dominata dal puro piacere di passare del tempo assieme nelle occasioni più disparate. Avremmo voluto e potuto girare queste immagini molto prima ma abbiamo aspettato il momento giusto. In questo video c'è l'estrema sintesi di una serata tra amici, in allegria, tra mille aneddoti riguardanti Massimo e discussioni intinte nella passione più autentica. Renato è una roccia, un modello di vita per tutti i giovani, ma prima di tutto è una persona vera, mossa da sentimenti buoni e disinteressati.

Quando si sta insieme non conta più l'età, la differenza generazionale e tutto il resto. Ci si diverte davvero, si condividono emozioni e interessi, in una parola ci si arricchisce dentro. Ecco che abbiamo deciso di filmare una delle tante serate passate assieme all'uomo che ha accompagnato Massimo Troisi nei primi passi su un palcoscenico e che si è finto suo zio numerose volte a scuola quando c'era da giustificare i suoi filoni o i compiti non fatti. Ma prima di tutto insieme all'uomo che ha dedicato la sua vita all'arte, al teatro, alle marionette, un artista di livello internazionale che, purtroppo, San Giorgio a Cremano si è fatta scappare con troppa leggerezza. Infatti, se oggi Renato vive ad Afragola è perché ha sempre investito tutto, energie fisiche, mentali e materiali, nella sua passione, a partire dal Centro Teatro Spazio in poi. Nonostante qualche ingratitudine di troppo lui continua imperterrito a fare spettacolo alle soglie degli 80 anni, a sprizzare gioia di vivere e sete di cultura da ogni poro. Ed io non mi faccio scappare nessuna occasione di stargli accanto, pronto ad assorbire tutto quanto di buono questa amicizia senza età può regalarci ogni giorno.

Grazie Renato. Grazie Massimo.

Cristiano


                                  

giovedì 28 ottobre 2010

Chi non muore si ricorda (ogni tanto)...un pò di Massimo Troisi in "Maschi contro femmine"

Riportiamo con un pizzico d'orgoglio un articolo di corrieredelmezzogiorno.it che riguarda Massimo e il nuovo film di Fausto Brizzi. Segnaliamo, con un accenno di sorriso ricordando le parole di Massimo ad "Alta classe" (1992), che dopo tanti anni c'è ancora chi vuol per forza chiamare il suo penultimo film "Credevo fosse amore..." (con tanto di virgola)  e non "Pensavo fosse amore...".
Cristiano

 
"Maschi contro femmine" si parte citando Massimo Troisi e il pubblico si emoziona
Ieri la prima con il regista e gli attori a Napoli

NAPOLI - «In particolare un uomo e una donna sono le persone meno adatte a sposarsi tra di loro»: la strappa Massimo Troisi la prima risata di «Maschi contro femmine», il nuovo film di Fausto Brizzi, prodotto da Fulvio e Federica Lucisano con Rai Cinema e distribuito dalla 01, da ieri in 641 copie. «Subito dopo il riso - spiega Fabio De Luigi, uno dei protagonisti di questa esilarante commedia corale - durante la proiezione a Roma, non appena è "comparso" il nome di questo straordinario artista napoletano è scoppiato un grande, spontaneo applauso».

LA CITAZIONE DI TROISI - La citazione, fortemente voluta dal regista, è tratta da «Credevo fosse amore, invece era un calesse». «Ho voluto che introducesse il film - ha raccontato Brizzi - perché ne enuncia il tema: ossia l’incompatibilità di fondo tra i due sessi, che è reale. Gli uomini pensano che le donne siano esseri inferiori e le donne altrettanto degli uomini. E’ impossibile far ragionare un uomo come una donna e viceversa». «Questa frase - ha raccontato Alessandro Preziosi, l’unico napoletano del cast - è la cosa che più mi ha emozionato del film.

IL PARTICOLARE DI MASSIMO - La grammatica unica di Troisi, che con quel suo "in particolare" esprime la volontà di non voler giudicare niente e nessuno». In coppia, con perfetti tempi comici con Paola Cortellesi, l’attore sembra essere nato per cavalcare ruoli brillanti. Presentato ieri a Napoli (con bagno di folla per gli interpreti all’Happy Cinema, Space Med e Martos) il lungometraggio, che mira a sbancare il botteghino, vedrà una seconda parte, quella di «Femmine contro maschi», in uscita a febbraio il giorno di San Valentino, che si annuncia altrettanto divertente e piena di colpi di scena.

Rosaria Désirée Klain
28 ottobre 2010
Corriere del mezzogiorno
  

sabato 9 ottobre 2010

Una fiction tutta dedicata a Massimo Troisi, le parole di Valsecchi

In arrivo fiction su Troisi L'attore avrà il volto di TroianoIn arrivo fiction su Troisi
L'attore avrà il volto di Troiano


Un film su Canale 5, titolo "Ricomincio da me". Protagonista, nel ruolo del grande artista napoletano scomparso a soli 41 anni, l'interprete della serie "Ris", Fabio Troiano. Il produttore Valsecchi: "Massimo era una persona speciale, oggi ci sono i dvd dei suoi film ma i giovani non l'hanno mai conosciuto". 

"Racconteremo il sogno di un ragazzo del Sud che va alla conquista del cinema, il sogno realizzato di un grande attore, che avrebbe potuto ancora dare tanto". Il produttore Pietro Valsecchi (Un eroe borghese, Il capo dei capi) prepara un film per Canale 5 sulla vita di Massimo Troisi. Si ititolerà Ricomincio da me, protagonista sarà Fabio Troiano, 36 anni, visto in tv nella serie "Ris" e adottato dal cinema. Le riprese - ma ancora non è stato scelto il regista - partiranno a primavera; Anna Pavignano, da sempre coautrice dei film di Troisi, curerà la sceneggiatura. "L'Italia è un paese che dimentica in fretta - dice il produttore - oggi ci sono i dvd dei film di Massimo, ma i giovani - penso a mio figlio adolescente - non l'hanno conosciuto. Era tempo che stavo pensando al progetto di un film sulla storia umana e professionale di Troisi, e credo che finalmente i tempi siano maturi". Valsecchi era amico dell'attore regista: "Massimo era una persona speciale, un uomo ironico ma dotato di grande sensibilità. Era intelligente e molto spiritoso, abbiamo passato insieme una settimana indimenticabile in un centro benessere. Mi sfidava a biliardo e vinceva sempre lui".

Troisi, scomparso nel '94 a soli 41 anni stroncato da un attacco cardiaco, è rimasto uno degli attori più amati: aveva iniziato con La Smorfia, dopo il debutto il grande successo in tv si era imposto al cinema. Nei film metteva in scena se stesso, un ragazzo di provincia (era nato a San Giorgio a Cremano, alle porte di Napoli) sfortunato con le donne, sognatore, un po' ingenuo. Indimenticabili  "Ricomincio da tre", "No grazie, il caffè mi rende nervoso", "Scusate il ritardo". "Non ci resta che piangere", "Pensavo fosse amore invece era un calesse ". Nel 1996 fu candidato all'Oscar come miglior attore per "Il Postino" (il film ebbe in tutto cinque candidature, vinse l'Oscar Bacalov per la colonna sonora).

Timido, dotato di una vena poetica rara, Troisi raccontava che da ragazzino era rimasto folgorato da "Roma città aperta" di Rossellini, film che lo aveva emozionato e spinto verso il cinema. Anche se il primo pensiero, dopo aver visto quel capolavoro, era stato un altro: "Massimo, da grande tu devi fà 'o geometra".

(08 ottobre 2010)

Silvia Fumarola 
www.repubblica.it

  

mercoledì 6 ottobre 2010

"Un giorno da pecora"...e il Cucinotta show continua

Amici di Massimo Troisi non intende fare politica, nè impelagarsi in discorsi faziosi oltre ciò che riguarda la memoria del "nostro". Non è nostra intenzione, anche se sappiamo che Massimo intuiva con grande timore l'affermazione politica del Lolito B., e ammoniva parenti e amici di spendere bene il proprio voto. Ma qui c'è da riprendere e integrare un discorso fatto recentemente, che riguarda nientepopodimenochè Maria Grazia Cucinotta. Che ci regala un'altra perla.

Intervenuta alla trasmissione radiofonica "Un giorno da pecora" (titolo che pure qualche richiamo troisiano contiene...) di Sabelli, Fioretti e Lauro su Radiodue, la Cucinotta ha voluto mandare un messaggio forte, approfittando di una domanda rivoltale sulla recente bestemmia contenuta in un'allegra storiella raccontata dal premier Silvio Berlusconi. Ebbene sì, "Luttazzi e Santoro sono più volgari di Berlusconi". Il riferimento è alla trasmissione "Rai per una notte", durante la quale il comico romagnolo recitò un forte monologo proprio dedicato a Berlusconi.

Dopo poco Maria Grazia ci ricorda che lei fa "molto per la gente". Parla della sua prossima partecipazione ad un'iniziativa benefica a Napoli. Ma pare aver già dimenticato la gentile e modica richiesta, fatta da lei o da chi cura i suoi dorati interessi, di euro 30 mila per presenziare all'inaugurazione di una piazza dedicata a Massimo Troisi in quel di Procida.
Ah, dimenticavo, lei è (o si dichiara) apolitica. Già, però il marito Giulio Violati, ex proprietario della Ferrarelle e soprannominato "il re delle acque minerali", lo è un pò meno. Infatti ha guidato come coordinatore e tesoriere la campagna elettorale di Renata Polverini (Pdl) per le ultime regionali ed è stato designato da Bondi nel cda della Fondazione Arena di Verona.
Eppure è stato il Pdi a proporle di candidarsi. Fortunatamente ha rifiutato.
E' apolitica, però alla domanda "si torna a votare?", risponde subito allarmata "speriamo di no!".

Non vogliamo commentare oltre, lasciamo il tutto all'intelligenza e all'acume dei nostri lettori.
Anche se la sensazione è che ancora una volta, come ha brillantemento scritto "Il fatto quotidiano", non ci resta che piangere. E abbiamo un qualche sentore che Massimo sarebbe d'accordo.

 

"Faccio molto la madrina perchè faccio molto per la gente. Non faccio la politica. Non mi lasciano lavorare in Italia e vado all'estero, dove c'è molta più meritocrazia."

L'Albertone nazionale in chiusura del video risponde come meglio non potrebbe, con qualche sottile e velata perplessità sui meriti della Cucinotta attinenti il campo cinematografico. Che pare apprezzino di più oltreoceano (?!).

domenica 26 settembre 2010

Dal postino Troisi a Sandro Penna, passando per Pessoa: l'inafferrabilità della poesia racchiusa in ogni scheggia del mondo

Postino: "Cioè voi che volete dire allora, che il mondo intero no? il mondo intero proprio...dico col mare, col cielo, con la pioggia, le nuvole..."
Poeta: "Ora tu puoi già dire eccetera eccetera..."
Postino"Eh, eccetera eccetera...cioè il mondo intero allora è la metafora di qualcosa?"
Poeta: "........."
Postino: "Ho detto una stronzata..."
Poeta: "No, per niente..."
Postino: "Avete fatto una faccia strana.."
Poeta: "Mario facciamo un patto: adesso faccio un bel bagno e rifletterò sulla tua domanda. E poi domani ti darò una risposta"
Postino: "Ma veramente?"
Poeta: "Sì, veramente"

Soltanto il postino Mario Ruoppolo conoscerà la risposta del poeta Neruda, semmai ci sarà stata. Ma forse la risposta era già presente nella domanda e Mario entusiasta della scoperta ha voluto porla comunque. La poesia è forse preesistente alla sua stesura, maestosa e inafferrabile, dirompente, si racchiude anche nella più (apparentemente) insignificante scheggia del mondo. E' dannatamente, magicamente misteriosa; silenziosa come la risposta di Don Pablo. Questo dice Pessoa. Ma Mario Ruoppolo crea una metafora incoscientemente, senza mettersi a tavolino per scrivere una poesia. E qui arriviamo a Sandro Penna.


La poesia è in ogni cosa: nel mare e nella terra, nel lago e sulla sponda del fiume. È anche nella città, non lo si può negare; qui dove sono mi sembra evidente: c'è poesia in questo tavolo, in questo foglio, in questo calamaio; c'è poesia nel frastuono delle vetture nelle strade, c'è poesia in ogni momento e persino nelle cose ordinarie, nel ridicolo movimento di un operaio che, dall'altra parte della strada, sta dipingendo l'insegna di una macelleria.
Il mio senso interiore predomina in tal misura sui miei cinque sensi, vedo in questa vita le cose -così credo- in un modo differente da quello degli altri. Per me c'è -c'è stata- tutta una ricchezza di significati in cose così ridicole come la chiave di una porta, un chiodo sulla parete, i baffi di un gatto. Per me, c'è tutta una pienezza di suggestioni spirituali in una gallina che attraversa la strada con i suoi pulcini. Per me c'è tutto un significato più profondo degli stessi timori umani, nell'odore del sandalo, nei vecchi barattoli di un mucchio di spazzatura, in una scatola di fiammiferi abbandonata in un fosso, in due fogli sporchi che in un giorno di vento svolazzano e si inseguono lungo la strada. Perché la poesia è stupore, meraviglia come qualcuno che, cadendo dal cielo con piena coscienza del suo cadere, contemplasse attonito le cose. Come qualcuno che conoscesse l'anima stessa delle cose, e facesse il possibile per rammentare questa conoscenza, ricordando che non erano così come le conobbe, non in questa forma e condizione, ma non ricordando nient'altro

Fernando António Nogueira Pessoa
  
 
Sarebbe ridicolo citare D'Annunzio che dice che i versi sono nell'aria, il poeta li deve solo cercare. Ma insomma, in fondo, un po' di verità c'era. E non per lui, forse per lui meno di tutti, ma per i poeti veri è così. I poeti veri non devono avere coscienza, non devono mettersi a tavolino e dire: 'Scrivo una poesia'.

Sandro Penna



Le riflessioni degli "Amici di Massimo Troisi":

- Ho dovuto aspettare qualche minuto per trarne delle riflessioni: così denso di significati che bisogna attendere un po' prima di rendere nero su bianco ciò che trasmette. Credo che la poesia esista anche prima che venga elaborata dall'artista, ma serve anche per rendere mediante metafore ed altre figure retoriche ciò che degli elementi oggettivamente semplici trasmettono a noi soggettivamente. Solo su un'affermazione non sono d'accordo, ovvero quella di non ritenere D'Annunzio un vero poeta: d'accordo, un autore molto sperimentatore, forse dallo stile un po' troppo "pomposo" ma anche lui un vero poeta della natura e delle emozioni, seppure un po' particolare.
 Valentina

- Credo che la poesia sia il contenitore di ogni nostro pensiero. Sia per chi la scrive, sia per chi la legge o "per chi gli serve". Quando i nostri sono pensieri che non vogliamo trattenere - perché fatti di amore, amicizia, contemplazione del bello, amarezza o tragedie che ci toccano nel profondo- il contenitore si apre e la poesia ci fa conoscere. Agli altri come a noi stessi. L'inafferrabilità della poesia sta nel nostro timore di dar loro una forma; l'inafferrabilità della poesia sta perciò in tutti i pensieri che preferiamo tenere nascosti. Sono poesie che non scriviamo o non leggiamo.
 Francesca
     
   

Quel narciso di Troisi geometra, tanti anni fa, in un aneddoto inedito

Grazie alla mail di un nostro amico lettore oggi possiamo proporvi un aneddoto inedito riguardante il Massimo studente. Il nostro amico si chiede: "si può avere la certezza che qualcuno ci guidi? Non ne ho un'estrema cognizione ma credo che qualcosa ci unisce con una dimensione che non conosciamo e che ci fa avere sensazioni ed emozioni che ci ispirano e si traducono, attraverso i grandi, in opere d'arte." E' esattamente quello che penso e sento nel confronto con tutti i veri appassionati troisiani sparsi per l'Italia con cui sono in contatto quotidianamente. Ma ora lasciamo spazio alle preziose parole dell'autore della mail.

"Eravamo, credo nel '76, al quarto anno dell'istituto per geometri di Torre del Greco, dove abitavo, e nella stessa mia sezione, la A, dove insegnavano gli stessi professori per l'ultimo triennio, un anno più avanti era iscritto Massimo Troisi. Lo conoscevo soprattutto perché spesso, prima delle lezioni del mattino, entrava in aula e sedendosi di traverso sopra la cattedra iniziava a imitare Berardi, il prof. di Topografia - omaccione tutto d'un pezzo che veniva dalla provincia di Bologna -, il prof. Rea di Estimo che era stato in sud America e altri ancora. Ancor prima di entrare nel vivo della giornata ci facevamo letteralmente una pancia di risate. Un giorno d'autunno, quasi inverno, ci accalcammo sotto un palco improvvisato nell'area della palestra scoperta per ascoltare i rappresentanti di istituto - il famoso Pantaleo appunto - che si alternavano in comizi, per avvalorare lo sciopero dalle lezioni e la protesta contro Nixon e Kissinger per l'intervento in non so più quale guerra. Noi, futuri geometri e ragionieri, guardavamo con un pizzico d'invidia le sciarpe a scacchi dell'intifada che, leggere, erano avvolte attorno alle gole di tanti amici studenti "caporioni" che erano i promotori ed il punto di riferimento di chi voleva dire qualcosa a riguardo e cogliere l'occasione della protesta politica per fare sciopero anche sulle condizioni delle aule, un pò fredde a dire il vero.

Ad un certo momento, sale sul palco Massimo ed iniza a parlare, soprattutto in dialetto, e a dire la sua su tutta la faccenda. E continua così per un bel pò. Alla fine prende un tiepido applauso e se ne scende mischiandosi tra gli altri. Subito dopo una figura piccola, con i baffetti e gli occhiali sale sul palco e chiede la parola: era il preside Pagliaro che inaspettatamente, con molta meraviglia di tutti, inizia il suo intervento con diplomatico accoglimento formale di alcune rimostranze, come quelle sul riscaldamento delle aule ma resta fermo su gli altri contenuti della protesta. Era apertamente in disaccordo con quegli scioperi e ad un certo punto focalizzò la sua attenzione sull'ultimo intervento prima del suo. Quello di Massimo, appunto. <>. Ma perchè invece di perdere tempo non si ritornava in aula...e poi: sì, proprio lui, quel Troisi che parla, parla, "capopopolo", con i suoi argomenti detti bene, ma poi senza consistenza - rivolgendosi alla platea che ammutolita per questa sfida pendeva dalle sue labbra e tutta come se pensasse: ma questo qui...dove vuole arrivare? Rimaneva tesa ad ascoltarlo - "Ma poi, - continuò - non vi siete resi conto che è un narcisista un vero e proprio narcisista? ........" Vuoto totale - ci aveva separati. Serpeggiava il dubbio tra tutti. E così con altre dissertazioni a manca e a dritta, tutto soddisfatto, finì il suo intervento lasciando il palco tra fischi, modesti insulti e dissensi rumorosamente goliardici.

Rimanemmo così ancora con gli occhi all'insù quando, tra un vociare ed uno starnutire dal freddo, notammo, tomo tomo, Massimo salire sul palco, forse per dare un'ulteriore comunicazone sulle azioni da intraprendere o chissacché replicare e prendendo la parola, stranamente in perfetto e meraviglioso italiano, senza inflessioni dialettali, incominciò a dire che aveva certamente apprezzato il coraggio dell'intervento del preside, che spontaneamente aveva detto la sua, era intervenuto in un'assemblea a lui contraria, aveva spiegato certe sue ragioni... <>. Al che, immaginatevi una platea che esplose tutta in una fragorosa risata, che rompeva la monotonia e riscaldava la freddezza di una giornata passata sì a protestare ma al freddo maggiore di quello delle aule. Non ci trattenemmo più, ed immaginammo il povero preside dall'alto del suo ufficio, prospiciente l'assemblea, torcersi dallo "scuorno", dalla vergogna. Ma così fu.

Scoprii allora il vero Massimo. Chiesi d'improvviso ai colleghi suoi se, casomai, facesse o avesse intenzione di fare teatro e come al solito mio di allora e non solo, mi fecero capire che mi stavo svegliando da un profondo torpore: Massimo aveva un suo teatro a San Giorgio a Cremano ed erano anni che "underground", da esistenzialista, in un sottopalazzo aveva una sua compagnia teatrale stabile. Mesto mi ritirai guardingo.

Lo amerò sempre."


Lo ameremo sempre anche noi, ed ameremo sempre intensamente questi piccoli frammenti di Massimo che voi amici ci regalarete per ridonarci anche solo poche righe di lui. Per appropriarci di tutto quanto di lui ci siamo persi, per i motivi più svariati. Il sottopalazzo citato nella mail era certamente il Centro Teatro Spazio, dove Massimo e compagni si erano trasferiti dopo esser stati cacciati dal teatrino della parrocchia di Sant'Anna a San Giorgio a Cremano. Quel "narcisista" stava uscendo fuori, vincendo la timidezza e trovando la sua strada, sprigionando man mano tutto il talento di cui era capace. Sferzante, vero, verace, vero leader "caporione", insofferente verso le istituzioni proprio come il Totò di tanti film e capace di ridere e far ridere su ogni cosa. Ancora grazie al nostro amico e lettore. Ci immaginiamo un pò tutti ai piedi di quel palco improvvisato, rapiti da quel narcisista che sembra venuto da un altro pianeta.

Cristiano
   

giovedì 16 settembre 2010

La Cucinotta diserta "Piazzetta Troisi", questione di successo e casse amplificatrici?

A navigare nella fama e nell'oro a quelli "meno attenti" capita di dimenticare da dove si viene e perché si è arrivati ad essere quelli che si è. Qualche voce di corridoio afferma che in occasione del gala finale del Premio Troisi 2003, condotto da Pippo Baudo e andato in onda su Raiuno, Maria Grazia Cucinotta minacciò fino all'ultimo di non salire sul palco a commemorare Massimo per questioni economiche, battagliando sul cachet. Salvo poi raggiungere il Pippo nazionale davanti alle telecamere e dichiarare di essere lì a San Giorgio a Cremano previa annullamento di un viaggio negli Stati Uniti perché sapeva bene che "senza Massimo in America non ci sarei mai finita".

Settembre 2010. A Procida si inaugura "Piazzetta Troisi" proprio alla Corricella, luogo dove si trova la locanda di Beatrice Russo, protagonista femminile interpretata dalla Cucinotta ne "Il postino". Un evento che doveva essere qualcosa di davvero speciale per ricordare Massimo, cosa che oggi si fa sempre meno e nell'indifferenza sempre più generale. Famiglia Troisi assente per via di una cerimonia (ma sono arrivati calorosi saluti da Rosaria, sorella di Massimo), Clarissa Burt bloccata da problemi di aerei e la Cucinotta che declina perché l'amministrazione comunale procidana nega, e giustamente, i 30 mila euro da lei richiesti. Anzi, dall'agenzia che cura i suoi interessi, perché la signora Cucinotta oggi è irreperibile direttamente, anche quando si tratta di Massimo Troisi, l'uomo a cui deve tutto almeno professionalmente. Sapeva recitare ancor meno di oggi nel lontano 1994, quando Massimo la prese per il suo film per una questione di tratti mediterranei e sotto la spinta della sua compagna Nathalie Caldonazzo, grande amica di Maria Grazia.

“Ha chiesto una cifra esorbitante - ha detto l’assessore al turismo, Fabrizio Borgogna - abbiamo deciso di non accettare per una questione morale più che economica. In fondo doveva solo presenziare a un'inaugurazione”.
E' di poche ore fa la risposta della Cucinotta: «Per gravi motivi familiari ho annullato ogni impegno - dice l’attrice - Ringrazio Troisi ogni giorno da 16 anni e in tutte le lingue del mondo, ingrata nei confronti del grande uomo che mi ha dato la possibilità di interpretare Il postino non credo proprio di esserlo. Se si sono rivolti al mio agente, io neppure lo so».
Non possiamo credere che la colpa sia tutta dell'agenzia che gestisce gli interessi dell'attrice messinese, e se così fosse lei farebbe meglio a riorganizzare un attimo la sua "gestione". Siamo qui per la memoria di Massimo, per mantenerlo più vivo di quanto è già, per ridere e piangere ancora con lui, per parlare della sua immensa poetica, e ciò che ci fa male o crediamo ingiusto nei suoi confronti lo raccontiamo senza peli sulla lingua. Nelle poche occasioni in cui si organizzano eventi simili ci piacerebbe che tutto andasse liscio e che lo si ricordasse nella maniera più sentita possibile.
 
Resta la gioia di avere un altro luogo intitolato a lui, in un posto legato a doppio filo alla sua arte. Resta la lettura del compiaciuto messaggio del presidente della repubblica, Giorgio Napolitano. Resta e resterà per sempre la lodevole inziativa procidana, che oltre all'ovvio interesse a valorizzare turisticamente i propri luoghi ha mostrato un sincero affetto per la memoria di Massimo Troisi.
Ma adesso non fermiamoci, facciamo in modo che chi nasca oggi sappia chi è Massimo Troisi e con quale talento è partito da San Giorgio a Cremano per arrivare agli Oscar. E per restare nei nostri cuori per sempre.


AGGIORNAMENTO: Pare che Maria Grazia Cucinotta sia stata colpita in questi giorni da un lutto. In tal caso la sua assenza a Procida è ovviamente giustificata a pieno titolo. Resta però il fatto che la sua agenzia aveva chiesto davvero 30 mila euro al comune di Procida per una semplice inaugurazione nel nome di Massimo Troisi. Per gli amministratori isolani è stato impossibile contattarla direttamente senza passare dalla sua agenzia, nemmeno spiegando la motivazione. 

"Il successo è solo una cassa amplificatore...viene fuori quello che tu sei prima. Se eri imbecille prima di avere successo diventi imbecillissimo, se eri umano diventi umanissimo." 

Massimo Troisi